domenica 29 aprile 2012

Vinhos


Si continua a bere

A 14 giorni dal suo esordio presso i Cultisti, riprende quota questo simpatico titolo, stavolta inscenato da Andy, Marchese e The Judge, trovatisi all'ultima ora in quel delle Cascine del Riccio. Questa amena località alle porte di Firenze - bagnata dalle tumultuose acque dell'Ema, affluente della Greve, a sua volta affluente dell'Arno, che getta, quest'ultimo, nel Mar Tirreno, che altro non è che una ripartizione convenzionale di uno dei quadranti occidentali del ben più ampio mare Mediterraneo, il quale a sua volta mischia le acque con l'Atlantico attraverso lo stretto di Gibilterra - ospita, ormai sempre più spesso, importanti sessioni all'insegna della sperimentazione.
La seconda uscita del gioco dei vini vede decisamente in secondo piano i Supertuscan, surclassati dai più beverini Ronco, Tavernello, Ceracchi, Scroccaro. La vittoria arride, infatti, ad un quadrato Marchese proprio grazie alla creazione, da parte di un team selezionato di enologi, del Tavernello da esportazione. Si tratta di un prodotto non necessariamente genuino, ma certamente fresco e di pronta beva, con lontani sentori floreali e fruttati, e con un retrogusto di catrame, che gli conferisce un non so che di distinzione. È finita, dunque, l'era dei Porti e dei Madeira dagli aromi caramellati e speziati. Partita tirata, combattuta fino all'ultima bottiglia, giocata dai 3 con tattiche diametralmente opposte. La vittoria del Marchese giunge di misura ed è essenzialmente dovuta all'esportazione e alla capacità di valorizzare gli enologi posseduti (ben 5).

I giocatori.

Andy: aggressivo fin da subito, vede assottigliarsi le linee di credito nei suoi confronti. La negatività delle prime 4 stagioni si riverbera significativamente sulla sua produzione, fatta essenzialmente di vinelli da fiera (di paese). Mago delle vendite, riesce a bloccare a suo favore, per tutta la partita, l'accesso dei suoi concorrenti alla clientela più popolare. Antiaristocratico per scelta (anche se grande proprietario terriero), termina terzo di strettissima misura. Conclude la nottata in compagnia dei suoi vini in una scatola di cartone presso l'entrata della stazione SMN.

The Judge: concentra la sua produzione su fini di altissima qualità da esporre nelle più importanti fiere internazionali; eventi che lo vedono incontrastato dominatore. Tristemente noto presso la centrale rischi dei principali istituti bancari, si vede strozzato dai creditori nel finale di partita ed è costretto, così, a rinunciare ad alcune mosse chiave che gli avrebbero potuto consentire il sorpasso. Ottimo esportatore, pessimo datore di lavoro (visto che deve licenziare sul più bello i suoi enologi per mancanza di fondi). Antisindacalista (i suoi dipendenti lo citano più volte in giudizio a colpi di articolo 18), conclude la sua nottata in carcere per debiti, ma con in mano una bottiglia di Vintage d'annata, che divide generosamente con il suo compagno di cella.

Il Marchese: una partita rotonda, la sua. Inizia con acqua colorata e chiude con un paio di grandi bottiglie, che gli consentono di dire una parola decisiva anche sul piano delle esportazioni. La sua arma vincente è, però, il sapiente uso degli esperti e dei manager, che gli ruotano intorno come in un carosello di colori, consentendogli opportune mosse extra. Sparagnino ma non straccione, tiene d'occhio il suo conto in banca e riesce a restare alla larga dall'insolvenza. Unica pecca, le fiere internazionali, dove si presenta, volutamente, con bevande malamente colorate di giallo e di rosso e illegittimamente denominate "vino". Ha un finale scoppiettante in cui
supera, di misura, i suoi contendenti. È sorpreso, a fine serata, alla guida della sua Winemobile in stato di ebbrezza. Finisce, quindi, la sua nottata in gattabuia (è, in incognito, il compagno di cella con cui il Judge divide
il suo Porto d'antiquariato).

The Judge

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