venerdì 24 febbraio 2012

Cthulhu: Lo Stregone di Salem

"Non è tutto oro quel che luccica"



Col gruppo della notte alle Misericordia venerdì notte abbiamo provato questo giochetto che alcuni considerano come il fratello minore di Arkham Horror.



Si tratta infatti di un cooperativo ambientato nel mondo di H.P. Lovecraft..o meglio, nei racconti di Wolfgang Hohlbein, ispirati appunto ai miti di Cthulhu. Io questo Hohlbein non lo conoscevo, ma pare sia famosissimo in Germania.
Comunque la mappa del gioco riproduce la cittadina di Arkham, con la Miskatonic University, la Chiesa, il Cimitero, ecc.

Sorrisi di circostanza di Carlo ed Enrik - primi dubbi di Berna

La componentistica è molto bella: tabellone di gioco dettagliatissimo, illustrazioni delle carte ben disegnate, così come i tabellini dei 4 giocatori. Solo che è piuttosto inquietante…certo, direte voi, la tematica è horror. Vero. Però è proprio tetro.

Le meccaniche di gioco sono piuttosto semplici, ma ho fatto l'errore di non leggere approfonditamente le 4 paginette del regolamento (scritte fitte fitte)…cosa che ha inesorabilmente rallentato i turni di gioco, andando ad incidere sul divertimento.

consultando il manuale

E' un cooperativo, dicevo: siamo 4 investigatori che devono riuscire a chiudere un numero variabile di portali (da 2 a 4 mi sembra), per poi viaggiare attraverso la dimensione parallela e raggiungere la città fantastica di R'lyeh..dove si deve bannare uno dei grandi antichi (che viene estratto a caso all'inizio del gioco e può' essere Cthulhu, Shoggot, o roba del genere). A scandire il tempo, il movimento di Necron, un folle stregone che cerca di evocare il grande antico ed avanza verso il suo scopo finale grazie alle carte evento e ai vari mostri che attaccano gli investigatori. Se Necron giunge alla casella finale del suo percorso, il gruppo di investigatori ha perso.

un salto in Chiesa, per ripulirsi l'anima

Gli investigatori possono muoversi attraverso le varie location di Arkham City; devono raccogliere oggetti magici, scambiarseli, usarli contro i mostri, nonché trovare i sigilli coi quali chiudere i portali.
Sulla carta il gioco è gagliardo…ma a mio avviso fin troppo "basic".

tabella di un giocatore...da buon fiorentini abbiamo giocato in stile "bottegaio"

Prerogativa di un cooperativo è quello di aiutarsi a vicenda, calarsi bene nell'atmosfera del gioco e…non barare. Noi, non avendo ben digerito il regolamento, abbiamo giocato per metà del gioco ognuno per conto suo…inoltre, il continuo andare a consultare le istruzioni ha indubbiamente contribuito a rallentare il gioco e a smorzare l'atmosfera. E poi s'è pure un po' barato…ma c'è una regola un po' assurda: ci sono dei simboli che identificano i potenziali portali; ciascun giocatore può' vedere sotto il simbolo, attraverso degli occhiali magici monouso, per capire se dietro c'è effettivamente un portale o un muro…solo che non può poi comunicare il risultato agli altri.
Ecco: noi facevamo in modo che gli altri capissero con lo sguardo ed un lieve, accennato tentennamento della testa. Eh oh. 'Sti cazzi. Siamo 4 investigatori, si lavora in squadra e non possiamo comunicare fra di noi…!? assurdo…

lo Stregone Bianco: un tizio che vaga a giro e ci aiuta...ma ancora non s'è capito chi fosse

Ma, a prescindere da questi fatti…il gioco in questione non ci ha esaltato…diciamoci la verità: è un giocolone dell'oca tombolato. Meccaniche ripetitive e poco creative; la strategia conta il giusto…più che altro conta il fattore fortuna.

Io gli darei un 6,5…e gli dò una seconda chance di gioco…giusto per vedere come gira il tutto una volta che sappiamo bene il regolamento.
Ma resta il fatto che mi sembra un gioco con meccaniche troppo semplici, quasi adolescenziali, e tematiche adulte…. E' un po' come se il tipo di Art Attack usasse un dildo in lattice per fare il naso a un suo pupazzo di cartone riciclato…la cosa stonerebbe un po'.


ma sì...alla fine s'è riso uguale...


- il Fanatico




replica di Enrik "L'Arringatore"

l'Arringatore



Occorre una giusta premessa:



Forse più di una, ma andiamo per gradi, non vorrei stancarvi (so che ci vuole poco del resto,ndr).

Per prima cosa non sono un cultore dei giochi da scatola fantasy.

Tendenzialmente il mondo fantasy, ad eccezione di brevi periodi a letto sotto la coperta delle influenze di stagione, non mi ha mai interessato. Anzi. Elfi Druidi e maghi mi stanno pure un po' sulle palle visto che non appartengono nemmeno alla nostra cultura. Mi pare insomma un Halloween discount. Costruito, preparato e cotto, ma un po' sciapino. Un minestrone abbastanza inutile insomma, di quello che preparano le suore al risparmio. Ai giochi di ruolo poi,  preferisco un insalata. E potrei andare avanti per giorni.

Tuttavia,  debbo riconoscere alcuni elementi positivi. Che andrò ad analizzare con voi con la (falsa)modestia di non conoscere il mondo che vado a trattare, nella fattispecie, quello dei giochi cooperativi.


il Pensatore

Contrariamente a quanto leggo dei vostri commenti infatti (debbo comunque fare il bastian contrario, s'intende, altrimenti non ricevo la paghetta), direi che i giochi come Cthulhu, partono da un principio sacrosanto: la cooperazione. Parola sconosciuta ai più, in particolar modo nel nostro paese. Intravedo già la situazione assurda di scontro di culture: latina e individualista che autolesionista si proiettata inesorabilmente verso altri ambiti sconosciuti senza perdere i vizi e le mancanze, retaggio di secoli di storia. Chiaramente, e ritorno al caso concreto, il fallimento e il senso di repulsione verso il gioco prendono inesorabilmente il sopravvento. Sconforto, tristezza, abbandono e crisi esistenziale sono il giusto corollario di un inadeguato approccio al gioco. 

Ma siamo sicuri che sia riferibile solo al gioco? 

E se fosse una costante che perseguita la nostra vita con tutte le sue miserie? Se in realtà fosse sbagliato il nostro approccio alla vita? 
Forse, e questo potrebbe essere il punto di svolta, il gioco, ma leggi pure la vita, non ci piace perchè troppo forte è la nostra indole individualista e di sopraffazione, in un delirio di sordita onnipotenza. Forse a ben vedere, il gioco, che si svolge in un contesto fantasy, assurdo (ma ne siamo proprio sicuri?) e atopico, in realtà ci vuole insegnare una verità che sfugge a noi italiani: insieme si può sconfiggere il male e andare in culo a Necron. 
Ma dobbiamo smettere di pensare solo al nostro orticello e alle nostre ristrette vedute: per uscire dalla crisi serve uscire dal nostro ego e fonderci in un corpo unico con i nostri fratelli. 

Forse è questo quel che Cthulhu ha voluto insegnarci. 

Naturalmente il realismo della serata di gioco ha fatto sì che per una metà abbondante, ciascuno ha giocato per sé, finchè ormai prossimi all'abisso (spread), abbiamo deciso di unirci (Governo tecnico) e di collaborare: ma naturalmente era troppo tardi (Grecia). 





Non so perché, ma mi pare di vivere sta storia in prima persona...



Adesso i voti:

  • Gioco: N.C. (non compreso)
  • Regole: e che cazzo, potevi studiarle meglio prima!!!
  • Attualità: 10
  • Compagni di gioco: 3 (ma questo è un mio fatto personale!!!!!!!!!)



Con ossequio


- Enrik "L'Arringatore"







4 commenti:

  1. Cito - "Ma, a prescindere da questi fatti…il gioco in questione ci ha fatto un po' cagare…diciamoci la verità: è un giocolone dell'oca tombolato" ... sei sicuro di dargli una seconda chance ????

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    1. Eh...vero...mi sono un po' contraddetto. Ma ci sono tanti fattori che incidono sull'indice di gradimento di un gioco. Questo gioco in particolare, secondo me, va affrontato col giusto spirito, il morale alto e con la voglia di divertirsi in modo semplice. A differenza di altri giochi che ti conquistano in modo prorompente, qua il giocatore deve fare un po' più di lavoro su se stesso per innalzare il gradimento.
      Quella sera i ragazzi erano un po' spompi...si partiva dunque già con poca voglia di giocare...e sicuramente questo ha influito molto sul giudizio finale. E' come vedere un film con una persona che non ha tanta voglia di vederlo.

      Vorrei riprovarlo.

      Anche perchè di cooperativi fino ad ora ne ho provati pochi (pur avendone tanti in collezione) e questo puo' essere l'anticamera giusta per affrontarne poi di più complessi.

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  2. Cercherò di non essere troppo cattivo, (anche perchè immaginare di condividere con voi una scomoda panca di legno in attesa che un giudice qualunque chiami la causa giochi uniti c/ cultisti anonimi, dove questi ultimi sono chiamati a rispondere per danni, non mi esalta poi così tanto..)ma il gioco mi ha lasciato una sensazione di dubbio. Il gioco "stregone" sembra a primo impatto (e forse anche al secondo) una versione semplificata del (bellissimo e) più complesso Arkham Horror, il suo cugino povero insomma. Quindi, quando in te scava la voglia di chiudere qualche "portale" ma d'altro canto sei troppo stanco per imbastire una giocata al succitato "Arkham", ecco che "stregone" fa capolino dalla massa confusa di gdt ammassati e ti ammicca...ebbene si, quella sarà un'ottima serata per spolverarlo!
    un saluto cultista

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  3. Bella recensione, ma fantastico il commento dell'Arringatore, con il suo parallelo tra gioco e vita reale.

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